«All’inizio del ‘900, Mark Rothko abbandona con la sua famiglia la natia Russia per sfuggire ai pogrom e all’arruolamento forzato nell’esercito imperiale. Gli Stati Uniti diventano il suo nuovo paese. La sua vicenda è un esempio paradigmatico di una condizione toccata a molti artisti del XX secolo. Cosa avrebbe perso la cultura del Novecento senza Rothko? E se tra i rifugiati che arrivano oggi in Europa ci fosse il Rothko del XXI secolo?»
A partire da queste riflessioni, l’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, presenta Rothko in Lampedusa, un progetto espositivo volto a valorizzare il patrimonio di creatività che i rifugiati portano con sé nella fuga e a proporre una narrazione alternativa rispetto a quella prevalente.
La mostra presenta le opere di otto artisti affermati, che hanno vissuto personalmente la condizione di rifugiato o hanno fatto di questo tema un elemento cardine del loro percorso artistico, e di cinque artisti emergenti, oggi rifugiati.
Il titolo Rothko in Lampedusa allude al legame ideale tra uno dei più grandi artisti del XX secolo e la massa mediaticamente anonima che, in fuga da conflitti e persecuzioni, raggiunge le nostre coste a Lampedusa.
«Attraverso l’arte le persone in fuga mantengono viva la propria umanità, la propria dignità e riaccendono la speranza di ricostruzione del proprio paese. Allo stesso tempo contribuiscono, nelle comunità che li ospitano, a gettare le basi per un futuro migliore, fatto di convivenza e di arricchimento nella diversità» ha dichiarato Carlotta Sami, Portavoce UNHCR per il Sud Europa.
La mostra Rothko in Lampedusa si svolgerà dall’11 maggio al 24 novembre 2019 a Venezia in concomitanza con la Biennale d'Arte.
Per saperne di più
visita il sito artwithrefugees dedicato al progetto