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Marsiglia, manifestazione del Forum alternativo per l'acquaSi è concluso con una grande manifestazione il Forum Alternativo Mondiale dell’Acqua, che si è svolto a Marsiglia dal 14 al 17 marzo in opposizione al 6º Forum Mondiale dell’Acqua (FME), sponsorizzato dalle multinazionali dei servizi idrici.

Se il Forum ufficiale è stato un fallimento costato milioni di euro e disertato persino da Sarkozy, presidente del paese ospitante, il Forum alternativo ha raccolto un'ampia partecipazione dei movimenti per l'acqua di tutto il mondo.

Nei quattro giorni di dibattito, i movimenti raccolti nel Forum alternativo hanno stabilito una serie di azioni per fermare la privatizzazione e la finanziarizzazione dell’acqua e ottenere il riconoscimento dell’acqua come diritto inalienabile dell'umanità.
Tra i temi maggiormente dibattuti, è stato il modello di pubblico  a cui il movimento vuol fare riferimento. Una questione sostanziale nella riflessione sui beni comuni e importante perché ha nutrito il dibattito con il confronto aperto e democratico tra tradizioni culturali e politiche diverse.
A conclusione dei lavori, il Forum alternativo ha approvato una dichiarazione finale in cui tutti i movimenti si impegnano a promuovere iniziative contro la privatizzazione dell'acqua.

 

La rete europea

Nell'ambito dell'assemblea, è stata costituita una Rete europea dei movimenti dell'acqua, proposta dal movimento italiano, che ha approvato una Carta comune basata su quattro punti:

  • l'acqua non è una merce ma un diritto universale e un bene comune
  • va superato il full cost recovery - ovvero il meccanismo che scarica tutti i costi di gestione e investimento delle reti idriche sulle bollette degli/delle utenti
  • l'accesso al quantitativo minimo vitale d'acqua va garantito a tutti e a tutte
  • la partecipazione di cittadini e cittadine alla gestione del servizio è un diritto.

La prima iniziativa della rete sarà quella di coinvolgere i cittadini e le cittadine in Europa, utilizzando lo strumento di democrazia diretta introdotto dal trattato di Lisbona. L’obiettivo è raccogliere un milione di firme in sette paesi per opporsi alle politiche di privatizzazione dell’Unione Europea anche attraverso una proposta di legge da presentare alla Commissione.

Nel frattempo, la sezione francese di Amnesty International e Reporters sans Frontières hanno aperto un fascicolo sul caso degli attivisti fermati dalla polizia durante l’apertura del forum ufficiale e trattenuti senza alcuna spiegazione fino al termine della cerimonia.

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