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Negli Stati Uniti d'America, socialismo e comunismo sono considerati da molti come parolacce, come dei tabu, ma la cooperazione esiste, e le "worker-owned co-ops – cooperative di proprietà dei lavoratori" sono esistite ed hanno prosperato per decenni, grazie anche al diffuso spirito d’imprenditorialità e alla pratica della democrazia, pratica che è insegnata a scuola, dalla prima classe elementare.

Le cooperative sono parte della tradizione di auto-aiuto d'America, così come è avvenuto storicamente in varie parti d'Europa e in Italia.

Le imprese Cooperative:

• sono di proprietà delle persone che usano i loro servizi;
• forniscono un vantaggio economico per i loro membri;
• sono organizzazioni democratiche, controllate dai loro soci;
• sono indipendenti e autonome;
• riconoscono l'importanza dell'educazione circa le imprese cooperative e le pratiche organizzative;
• sostengono la cooperazione tra cooperative, che ha portato la crescente importanza delle stesse nell'economia globale di oggi;
• mostrano interesse per le loro comunità.

Un esempio fra tanti, il caso di una cooperativa - la Rainbow Grocery Coop di San Francisco - che, partendo dal nulla sull’onda del movimento hippie degli anni 70, ha prosperato ed ha raggiunto la ragguardevole cifra di affari di oltre trenta milioni di dollari l’anno, mantenendosi sempre fedele alle sue origini egualitarie e libertarie attraverso un adattamento costante della struttura organizzativa oltre che dello spazio fisico delle operazioni. Un suggerimento ai nostri cooperatori italiani: possiamo forse prendere esempio da questa esperienza per introdurre una maggiore democrazia nelle nostre cooperative? In fondo i soci sono già i lavoratori, l’Assemblea Generale dei soci è quella che elegge il Consiglio di Amministrazione, basta cambiare (o lottare per cambiare) l’organizzazione… O forse è solo un sogno?.

di Enrico Massetti

Sulle "worker-owned co-ops", cooperative di proprietà dei lavoratori, Enrico Massetti ha pubblicato un approfondito dossier

in italiano su "A-Rivista Anarchica": parte 1, parte 2, parte 3, parte 4, parte 5
in inglese sul sito web tangoitalia

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