Sono stanca, ho passato la mattinata in giro per il centro, lasciando il mio curriculum un po’ ovunque, negozi, uffici, ho visitato diverse agenzie interinali e ho parlato con persone che, leggendo le prime righe della mia presentazione, storcevano il naso: quella laurea in lettere non va giù proprio a nessuno, a cosa serve?
Ma lei ha mai lavorato in un ufficio? Sa usare bene il computer? E che programmi? Lasci stare internet e non nomini i social network per carità, parliamo di word, excel, programmi di contabilità!
Sì ma la specializzazione, l’esperienza all’estero… Eppure sei anni fa quella sembrava una buona scelta, certo non avrei avuto problemi….
Mi fermo in un bar, prenderò un caffè, e niente croissant, meglio risparmiare.
Nel bar non ci sono molti avventori. Ci sono solo due persone al banco, due uomini: uno è azzimato, veste un doppiopetto con una enorme cravatta blu a pois. Parla a voce molto alta e infioretta il suo discorso di cognomi di politici, Scajola, Alfano, Lupi, ma anche Bersani, D’Alema, Fini, come volesse farsi notare… L’altro lo ascolta quasi estasiato, pende dalle sue labbra.
Aguzzo l’udito, anche se non ce ne sarebbe bisogno, ma siccome parla come se si rivolgesse urbi et orbi mi permetto: Scusi, ma lei è in politica?
Sì, perché?
Sa, io sto cercando lavoro ma non riesco a trovare nulla, sono disperata, sono laureata, preparata, colta…
Ma forse lei non cerca nei posti giusti, dovrebbe affinare un po’, fare esperienza…
Ma che esperienza? Le sto dicendo che non trovo nulla, è una situazione tragica. Se non ne faccio almeno uno, di lavoro come posso fare esperienza? Le ditte dove lavoravano i miei genitori hanno chiuso, ho un fratello minore al liceo, con la cassa integrazione non arriviamo nemmeno a metà mese, siamo in quattro. Ma che programmi avete voi per il lavoro? E per l’economia? E per i problemi sociali ormai ingestibili?
Sa, noi (e ancora non ho capito da che parte militi) abbiamo previsto l’abolizione dell’Imu, la possibilità di costruire nuove abitazioni, incentivi per l’economia, si potranno assumere dipendenti a tempo indeterminato senza oneri per il datore di lavoro…
Sì ma come pensate che aziende che hanno chiuso, hanno sbarrato le porte e i cui titolari magari se ne sono andati all’estero possano riaprire le fabbriche, con che prospettive? A chi vendere? E cosa? Forse le auto? L’economia deve riprendere in qualche modo, bisognerà pur tagliare qualche spesa inutile, smettere di vessare la povera gente…
Sì ma si prevede di far sparire gli enti inutili, di tagliare sulla sanità…
Cosa? Ancora? Ma se gli ospedali non hanno nemmeno più letti e se molti li avete chiusi! Ma di tagliare il numero dei parlamentari? Di ridurre i vostri stipendi? Di chiudere le province?
Be’ nei nostri programmi se ne parla…
Parlare non serve, alla fine quando è ora di votare voi vi coalizzate, destra sinistra centro e non se ne fa più nulla…
Sì ma non si arrabbi! Ma lei non conosce nessuno? Non ha qualche parente in politica?
Ma cosa significa? E a che mi servirebbe?
Be’, sa, io ho cominciato così (e mi rifila un sorriso sornione e molto laido). Non ho studiato, non ne avevo molta voglia, ma mio padre conosceva uno che una volta aveva fatto un lavoro per un tale che era immanicato in un ente che riceveva sovvenzioni grazie a…
Sì, va bene, ho capito benissimo la sua carriera. Complimenti e grazie. Buongiorno.
Lasci almeno che le paghi il caffè!
Non si disturbi, preferisco uscire da questo bar pulita come quando ci sono entrata.
Il dialogo si riferisce ad un episodio immaginario, nel senso che non è avvenuto veramente, non vi ho partecipato né assistito, ma si basa sulla realtà che vedo e vivo, situazioni di cui mi hanno raccontato persone alla ricerca di lavoro e in lotta con una quotidianità sempre più dura e difficile da affrontare.
È anche basata su sondaggi, statistiche, proiezioni, stime economiche reali che, tralasciando completamente ogni considerazione politica, entrano direttamente nella vita degli italiani, quegli stessi che attendono programmi scevri da populismi, isterismi, protagonismi, dei politici il cui solo timore è quello di perdere privilegi a cui credono di avere pieno diritto.
È a queste vite che chi andremo a votare a febbraio dovrebbe guardare.
Tiziana Franchi