C’è un argomento che non abbandona mai le cronache: la violenza sulle donne.
Declinato in molti modi è un reato odioso che trova sempre nuove modalità di espressione.
Sempre irrisolto, reiterato, perpetrato anche con la quasi certezza di pene ridicole.
Spesso non viene denunciato, per antichi retaggi, per paura, per vergogna.
Quando poi nasce all’interno delle mura domestiche è allora che le vittime trovano veramente difficile raccontare, denunciare, uscire allo scoperto, farsi aiutare.
Un gruppo di giovani studiosi e cineasti torinesi ne ha fatto trama per un cortometraggio che nel 2010 ha vinto il primo premio nella X edizione del Concorso Piemonte Movie.
Si tratta di Linda, che si rifà, loro parole, “ad un ipotetico Carosello di fine Anni ‘50 con un occhio alla serie Tv culto americana Mad Men, nelle citazioni visive e iconografiche” e che riesce a trattare lo scottante argomento con un crudele senso della realtà.
Da come si dipana il racconto si capisce che è l’ipocrisia ad allignare dietro questo tipo di violenza. Tutti guardano ma nessuno vuole vedere, tutti sanno ma nessuno ne vuole parlare.
Il video è interamente visionabile sul sito del gruppo.
Incontriamo Fabrizio Dividi, uno tra i fondatori del gruppo con Marta Evangelisti e Vincenzo Greco, per porgli alcune domande:
D.: Come è nata l’idea di trattare questo argomento?
R.: L’idea è partita da un concorso cui abbiamo deciso di partecipare per internet. Il tema, quello della violenza alle donne, doveva essere il filo conduttore per un corto e il migliore di questi avrebbe avuto l’onore di partecipare al Festival di Venezia. La proposta del regista Vincenzo Greco di “provarci” ha subito raccolto una entusiastica risposta da parte mia e di Marta Evangelisti, e abbiamo subito steso un soggetto.
D.: Il racconto coglie puntualmente il nascosto dietro questa realtà. Cosa vi ha spinto a narrarla attraverso il linguaggio della pubblicità?
R.: Lo spot ambientato negli anni ’50 fu un’idea di Vincenzo Greco, ispirato da un vecchio Carosello della Miralanza. Compito di tutti noi è stato quello di tradurre in tempi, gusto retorico retrò (grazie anche alle musiche di Antonio Greco) e linguaggio iconografico un tema così delicato. Abbiamo capito che se fosse esistito uno spot, questo avrebbe implicitamente comunicato che il problema avrebbe avuto un’accettazione sociale generalizzata. Inoltre pubblicizzare un prodotto che non criticava la violenza ma la nascondeva, poteva essere efficace e sarcastico. Lo spot nello spot ha colpito il pubblico anche perché siamo allenati a cogliere messaggi in pillole da ormai trent’anni.
D.: Non avete pensato di proporre il corto quale pubblicità progresso?
R.: Con Marta e Vincenzo siamo un gruppo di amici un po’ naif e l’idea di “venderci” non è mai stata una priorità. Poi il web ha premiato il nostro spot con migliaia di visualizzazioni e tanto ci basta.
D.: Che reazioni avete avuto dal pubblico, specie da quello femminile? Pensate che in qualche modo questa visione abbia contribuito ad aprire spiragli sull’argomento?
R.: In diverse occasioni abbiamo saputo che donne effettivamente vittime di violenza sono rimaste colpite dalla forza del messaggio. Lo ammettiamo, molto oltre le nostre aspettative. Poi siamo fieri di aver colto che il silenzio intorno alla violenza è grave quanto la violenza stessa, e questo rende tutti complici.
D.: Anche il vostro “Flash Forworld”, tratta un argomento attuale e importante, quello delle risorse della terra. Qual è la genesi di questo breve racconto?
R.: “Flash Forworld” nasce sempre da un’esigenza di Vincenzo Greco. È uno spot contro gli sprechi energetici. L’ispirazione nasce in realtà da un vecchio film di fantascienza, “Soylent verde” che ricordavamo di aver visto anni prima.
D.: E in generale da dove traete ispirazione per i vostri lavori?
R.: L’ispirazione è quel grande blob televisivo e cinematografico che ci ha formati in questi decenni. Il taglio ironico e, almeno nelle nostre intenzioni, spiazzante è invece la nostra cifra. Non ci piacciono luoghi comuni e politically correct che impediscono di graffiare e parlare in libertà.
D.: In questi giorni presentate il vostro nuovo documentario sull’incendio al cinema Statuto di Torino del 13 febbraio 1983 che causò il decesso di 64 persone. Il titolo è “Sale per la capra” dal titolo del film che si stava proiettando quel pomeriggio. Ce ne vuole parlare?
R.: Tutto ebbe inizio il 13 febbraio 1983. È la domenica di carnevale, sulla città cade una neve leggera, e in un cinema di Torino avviene quella che storicamente viene considerata una delle più grandi tragedie italiane del dopoguerra. Al Cinema Statuto proiettano il film francese “La capra”. Una domenica pomeriggio come tante, quando, all’improvviso, un incendio trasforma il locale in una bara di fuoco: 64 le vittime, tutte morte a causa delle esalazioni di acido cianidrico sviluppatosi a seguito della combustione degli arredi e dei tendaggi. Un evento terribile che unì la città in un lutto profondo, ma del quale i torinesi hanno sempre avuto ritrosia a parlare, poiché, qui più che in altre situazioni, alla cronaca si mescolano l’aneddotica distorta, la superstizione e le leggende metropolitane, facendo aleggiare i fantasmi del passato.
Abbiamo cercato di vincere la ritrosia che molti avevano nel tornare sull’argomento: il lavoro è frutto di una collaborazione a rete di tante persone che vorremmo ringraziare. La nostra bravura è stata convincere personalità così importanti a partecipare al progetto di tre sconosciuti; la nostra fortuna di trovare consenso e appoggio generalizzato.
D.: Quali i vostri propositi per il futuro? Pensate di continuare su questo filone impegnato?
R.: Per ora vogliamo riposarci, promuovere nei festival il nostro “Sale per la capra” e trovarci nei prossimi giorni per affrontare un’altra avventura. Ma sempre in piena libertà creativa.
Da parte di eacca la speranza che altri giovani sappiano cogliere con altrettanta leggerezza il senso di molte realtà dolorose che ci circondano, trattandole in modo da saper suscitare un pensiero, una riflessione, l’esigenza di trovare soluzioni.
Tiziana Franchi