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Logo Mondovisioni 2014Anche per questa sesta edizione Mondovisioni, rassegna itinerante di documentari curata per il settimanale Internazionale da CineAgenzia, sta girando tutta l’Italia da nord a sud, passando per il centro e facendo tappa anche a Torino, nel periodo ottobre-febbraio 2015, a cura del Centro Studi Sereno Regis, un’organizzazione che dei temi della partecipazione politica, della difesa popolare nonviolenta, dell’educazione alla pace e all’interculturalità, della trasformazione nonviolenta dei conflitti, dei modelli di sviluppo, delle energie rinnovabili e dell’ecologia, ha fatto la sua filosofia.
Sono otto film

che trattano e documentano attualità, diritti umani e informazione. Piccole-grandi storie di guerre palesi o nascoste, invasioni, colonialismo, violenza, emigrazione, ribellione, riscatto, rinascita e morte. Guerre private, prese di coscienza, storie di uomini e donne che prendono in mano la loro vita e che – sia che  la cosa li riguardi direttamente o no – affrontano rischi lottando contro ignoranza, prevaricazione e violenza, spesso mettendo in gioco la loro stessa sopravvivenza.
Notizie che non arrivano mai agli onori della cronaca, che rimangono nascoste oppure hanno voce solo nell’entourage di parenti amici e conoscenti. O se salgono alla ribalta è solo perché il rumore che hanno fatto è troppo forte per essere ignorato, per una sparizione, un rapimento o – peggio – per una morte. Persone che mettono a repentaglio la loro vita per il bene di un essere umano spesso sconosciuto e lontano migliaia di chilometri.
Così come in tante altre manifestazioni della vita di ogni giorno sono semi gettati in un mondo che appare inaridito e cinico, disincantato e deluso, attento solo a vedere il negativo che ci circonda – veramente tanto – ma che guardando bene porta a scoprire gesti, manifestazioni e slanci di singoli o piccoli gruppi che continuano ostinatamente a credere in un tempo migliore, in una società migliore, in un sorriso che si allarghi a tutto e a tutti.
Illusione? Non lo so, ma questi  lavori che provengono da Stati Uniti, Svezia, Danimarca, Siria, Grecia, Francia e da altri paesi continuano a tenere viva in  me (e spero in molti altri) la speranza di cui parlavo prima.
E allora andiamo a cercare come e quando questa rassegna arriverà nella nostra città, oppure andiamo a leggere le schede dei vari titoli per saperne di più, per entrare in sintonia con queste storie e per cercare di conoscere qualcosa che ignoravamo.
L’informazione “ufficiale” ci tiene troppo spesso lontano dalla realtà, filtrando e facendo emergere solo quanto possiamo e dobbiamo digerire.
Allora forse ci gioverà andare a leggere il sito di Internazionale, che ogni giorno ci documenta molte delle notizie che su altri media non leggiamo e che non a caso intitola una sua sezione “Ossessioni”, a voler significare l’abitudine maniacale di mettere il naso laddove non è di moda metterlo.

Tiziana Franchi

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